"Non è mai facile sintetizzare un percorso di ricerca che dura mesi in un film. Lo è ancora di meno se ci si è data la giusta misura di poco più di un'ora di proiezione. Ana Shametaj ci è riuscita cogliendo il farsi di una messa in scena che non aveva come scopo quello di far 'recitare' dei giovani interpreti ma quello, più complesso, di fondere il loro vissuto con l'intensità della parola che da poesia si fa carne viva. Lo sguardo della telecamera coglie situazioni collettive ma anche spazi di solitudine in cui ci si appropria individualmente di ciò che era scritto e che così si trasforma progressivamente in suono e in gesto." Leggi la recensione di Giancarlo Zappoli!

"Non è mai facile sintetizzare un percorso di ricerca che dura mesi in un film. Lo è ancora di meno se ci si è data la giusta misura di poco più di un'ora di proiezione. Ana Shametaj ci è riuscita cogliendo il farsi di una messa in scena che non aveva come scopo quello di far 'recitare' dei giovani interpreti ma quello, più complesso, di fondere il loro vissuto con l'intensità della parola che da poesia si fa carne viva. Lo sguardo della telecamera coglie situazioni collettive ma anche spazi di solitudine in cui ci si appropria individualmente di ciò che era scritto e che così si trasforma progressivamente in suono e in gesto." Leggi la recensione di Giancarlo Zappoli!